Il mondo della professione medica bresciana è stato onorato, nel recente passato, da illustri Colleghi che hanno arricchito questa nostra disciplina con i grandi valori della difesa della vita e della cura dei malati secondo il dettato del nostro Codice Deontologico. Fra questi, un posto preminente spetta al Dottor Augusto Paganuzzi, che ho avuto il privilegio e la fortuna di frequentare per molti anni.
Augusto ha condotto una vita personale, familiare e professionale di una tale ricchezza che è impossibile sintetizzare in poche righe. Si è laureato a Pavia nel 1950, un anno prima che io nascessi, dunque con un’esperienza di vita di gran lunga superiore alla mia, ma non fece mai di questo “vantaggio” l’occasione per un atteggiamento di supponenza o di superiorità. Al contrario, mi sono sentito sempre trattato come un discepolo, un figlio, un collega che poteva contare su quel virtuoso sentimento che chiamerei “guida paterna”.
Il Suo animo generoso e dedito al servizio del prossimo, soprattutto se indigente e bisognoso, lo rivelò fin da adolescente, durante la guerra, quando entrò a far parte di un gruppo di giovani che si impegnarono in iniziative di distribuzione di viveri e di vestiario, e di soccorso ai feriti, rispondendo prontamente all’appello lanciato dall’allora Vescovo di Brescia, Mons. Giacinto Tredici.
Nei numerosi anni della sua professione medica, Augusto spese ogni energia fisica e culturale al servizio dei malati, impegnandosi in maniera sempre delicata, rispettosa e intelligente nell’ambito del servizio alla maternità, facendosi carico della cura delle donne durante la gravidanza, il puerperio, e i primi anni di crescita dei loro bimbi.
Nel 1965 fu fra i fondatori del primo Consultorio pubblico della città, come richiesto la Ministero della Sanità, inerente i problemi che possono insorgere prima e dopo il matrimonio, allacciando stretti rapporti con l’Istituto di Genetica e di Psicologia Clinica dell’Università di Milano e con il Centro italiano di Sessuologia di Roma.
Per decenni, ha animato il lavoro sociale e culturale dell’Istituto Pro-Familia, tenendo lezioni, incontri, convegni in ogni parte d’Italia, e scrivendo numerosi articoli e libri. Vorrei ricordarne solo tre, pubblicati in varie edizioni: “Sarai mamma” (Editrice La Scuola), “I metodi naturali per la regolazione delle nascite” (ed. Queriniana), “Linee per un’educazione cristiana alla sessualità” (ed. Pro Familia, 1992).
Non fece mai mistero della sua convinta fede cristiana, che professò con grande coerenza e coraggio sia nella vita privata e familiare, che in quella pubblica e professionale. E’ stato membro della Commissione di Bioetica del nostro Ordine dei Medici e Presidente dell’Associazione Medici Cattolici dal 1980 al 1998.
Negli ultimi anni della vita, ha testimoniato con grande umiltà e dignità l’accettazione di quel venir meno delle forze che ci fa diventare fragili, deboli nel corpo e nella mente, ma che – proprio per questo – diventa icona della nobiltà d’animo di chi ha dedicato la vita al servizio del Bene.
Grazie Augusto per i valori che ci hai testimoniato e trasmesso, e che onorano l’intera classe medica bresciana.
Massimo Gandolfini