Appassionata, dolce e curiosa: queste e molte altre parole descrivono quello che era Sofia nella vita di tutti i giorni e nel suo essere medico.
La laurea conseguita nello scorso ottobre era stata la coronazione di un sogno portato avanti con entusiasmo e caparbietà per anni e doveva essere il punto di partenza di una bellissima carriera. Credo che chi la conosceva davvero non possa che essere d’accordo sul fatto che Sofia aveva tutte le caratteristiche per diventare un grande medico, caratteristiche che non vengono insegnate all’università o che si apprendono nel corso della carriera, ma che sono innate: la capacità di ascoltare le persone, la dedizione per gli altri, la dolcezza e la delicatezza nel porsi nei confronti di chi sta soffrendo, ma al tempo stesso la sicurezza e la fermezza quando necessario.
Purtroppo, il tempo concessole per esercitare la professione dei suoi sogni è stato poco e questo è ingiusto, ma spero che l’insegnamento lasciato da Sofia in questi pochi mesi sia d’esempio per tutti i colleghi che la conoscevano o che ne hanno sentito parlare, per essere dei medici e delle persone migliori, in modo che Sofia sia sempre in tutti noi e per portare avanti quello che lei avrebbe voluto fare.
Riporto un pezzo di un messaggio ricevuto dalla mamma di Sofia, Andrea, nei giorni successivi alla sua scomparsa e che descrive Sofia come medico e che di sicuro le avrebbe fatto piacere e l’avrebbe fatta arrossire: “Durante le sue sostituzioni, l’ho incrociata un paio di volte, nelle quali Sofia oltre che avere un approccio dolcissimo e molto delicato, era anche molto attenta e profonda nelle valutazioni. Mi fa piacere fartelo sapere. Un abbraccio”.
I genitori Andrea e Ruggero, i fratelli Nicholas e Greta e il fidanzato Matteo