Una donna, un medico, una scienziata
Così Gaia amava definirsi, nelle numerose interviste rilasciate nel corso della sua lunga e brillante carriera professionale.
Tutti noi lo sapevamo, che lei aveva una marcia in più. Fin dai banchi del liceo scientifico Luzzago, alle aule della nostra Università di Brescia, e ai team group che ha guidato in tutto il mondo. Con i suoi splendidi occhi azzurri e una determinazione rara, si è sempre aperta ad ogni sfida umana e professionale, per farne una opportunità per la medicina, la salute, la ricerca, la scienza.
Dopo la laurea in medicina e chirurgia e la specializzazione in cardiologia a Brescia, muove i primi passi professionali alla Domus Salutis e a Villa Gemma. Il trasferimento a Roma le apre nuovi mondi, prima con l’IRCCS San Raffaele Pisana, poi con l’industria e la ricerca farmaceutica che la vedono sempre più protagonista sulla scena italiana ed internazionale. Bristol Myers Squibb prima, e poi Novartis che diventa la sua famiglia professionale, in cui ricoprirà numerose posizioni di responsabilità, interrompendo prematuramente la sua carriera nel ruolo di Chief Scientific Officer di Novartis Farma.
Per Gaia la salute era anche un tema di bene e responsabilità sociale, e nelle sue interviste parla di “promuovere una cultura della scienza basata sulle competenze, ma allo stesso tempo diffusa ed accessibile. Una vera cultura della scienza si crea solo se si lavora insieme e si condividono obbiettivi”. Tra le numerose iniziative in cui è stata protagonista, ricordiamo che Gaia è stata tra le promotrici di una iniziativa, presentata al G20, per la creazione di un’Alleanza globale per l’alfabetizzazione scientifica sotto il cappello ONU, per consentire l’accesso al sapere scientifico e una cultura della scienza più democratica. I suoi campi di interesse e ricerca scientifica più recenti riguardavano la cardiologia, l’immunologia, e una grandissima attenzione in generale verso l’innovazione.
Fa dei social network il suo mezzo per diffondere i consigli per la salute ed il benessere; alzi la mano chi la seguiva su Facebook per leggere le sue “pillole di salute”.
Ricordo le nostre discussioni intense e appassionate sui nostri mondi professionali, la cardiologia e la medicina riabilitativa, e le tante fantasie e progetti che discutevamo, per avviare attività mediche insieme, rivolte a promuovere la salute della donna e la medicina di genere.
Intensa ed appassionata, mai banale, era sempre alla ricerca di stimoli per crescere e per nutrire il mondo intorno. Uno dei primi libri che mi regalò fu “Sei cappelli per pensare” di Edward de Bono, per stimolare me, bresciana doc, a guardare oltre la siepe stimolando il pensiero laterale.
L’attività di volontariato con i frati del Franciscanum, alla mensa del sabato sera con frate Francesco ha contribuito a riempire ulteriormente di Bene la sua vita e quella delle persone che l’hanno amata.
La malattia ha fatto di lei, se possibile, una persona migliore. Ha vissuto i lunghi anni delle cure fiduciosa nella scienza, credente nella Fede e nel percorso spirituale da cui non si è mai sottratta. Ha ricevuto amore, tanto amore, da suo marito Giangiacomo, dalla sua famiglia e da tutti gli amici sparsi per il mondo.
Il 15 marzo 2022 Gaia ci ha lasciati in questa vita terrena. Ma non è andata via. E’ stata e continua ad essere un modello per tutti noi che l’abbiamo amata e che abbiamo vissuto con lei le gioie e i dolori di questa nostra strana, bellissima vita. Grazie Gaia.
Silvia Galeri