Il dottor Genesio Balestrieri, per me, è stato il maestro. Da lui ho imparato la maggior parte di quello che so di Immunologia Clinica e di Reumatologia ma, soprattutto, ho imparato ad essere medico, nell’accezione più completa che questo comporta. Le giornate in ospedale erano molto lunghe con il dottor Balestrieri, iniziavano al mattino presto e, la sera, spesso finivano con cene conviviali in cui si faceva “gruppo” e si continuava a discutere di “lavoro”. Con il dr. Balestrieri era così e noi giovani neolaureati abbiamo avuto la fortuna di poterci formare così. Ricordare il dr. Balestrieri e raccontare quegli anni, per me, meravigliosi, è una tentazione forte ma è lui che dobbiamo ricordare.
La formazione al Liceo Classico a Brescia, gli studi di Medicina a Milano, gli anni in Clinica Medica e poi il ritorno a Brescia nel 1974 dove, negli anni seguenti, dà avvio “all’avventura” del Servizio di Immunologia Clinica di cui è stato senza dubbio l’artefice ma che non volle mai, formalmente, dirigere.
La cosa più difficile è sintetizzare quale sia stata la cifra caratterizzante il dr. Genesio Balestrieri, Medico, Uomo, Scienziato.
Come Medico è forse stata l’amore generato nei “suoi” pazienti. I suoi pazienti erano coloro che necessitavano del grado maggiore di attenzione. I pazienti con malattia più severa e complessa ma anche quelli socialmente, affettivamente, umanamente meno fortunati. Non erano selezionati, erano naturalmente attratti verso di lui e viceversa. Erano questi che il Medico Genesio sceglieva e, tacitamente, stipulava con loro il patto secondo il quale li avrebbe seguiti, incondizionatamente, attraverso tutte le fasi della malattia. A mia memoria non ha mai tradito il patto. Li seguiva, costantemente, ponendosi e ponendo infinite domande, in un continuo confronto con i colleghi, anziani e giovani. Lo faceva cercando, senza risparmiarsi, le soluzioni migliori per ogni singolo paziente, si trattasse di cure, gestione ospedaliera, consulti specialistici.
Per ottenere questi risultati aveva creato una rete assistenziale, vasta, solidale e collaborativa, su cui poteva contare, per offrire ai pazienti più complessi e con malattia più severa, le cure migliori, più avanzate e competenti possibili. Il concetto di rete assistenziale si diffonderà, in campo immunologico e reumatologico, in anni più recenti con la creazione delle “Lupus Clinic”, delle “Scleroderma Unit”, degli ambulatori condivisi da diversi specialisti, per l’artrite reumatoide e le Spondiloartriti, le vasculiti e per le malattie con espressione clinica più eterogena. Il dottor Balestrieri, anni prima, senza darne un nome, ne è stato architetto e tessitore.
Genesio Balestrieri non è stato solo il Medico affidabile e amico per il paziente. E’ stato anche uno scienziato di rilievo internazionale. Anche in questa veste la sua cifra è stata la condivisione. A partire dal rigoroso ragionamento scientifico che amava condividere con il più ampio gruppo di collaboratori con grande capacità ed entusiasmo. Se dovessimo giudicare la sua produzione scientifica con i criteri odierni, potremmo collocarla sui gradini più elevati delle mediane bibliometriche, nonostante le sue ultime pubblicazioni risalgano al momento del pensionamento, nel 2007. I lavori che ha contribuito a pubblicare testimoniano solo in parte la quantità e la qualità della sua produzione scientifica. “Big brain” era il nomignolo con cui, con affetto, lo indicava qualcuno dei suoi più frequenti e fedeli collaboratori che con lui, per primo, discutevano idee, ipotesi, progetti da realizzare. Gli studi sugli immunocomplessi e sulla cross-reattività degli anticorpi anti-fosfolipidi sono pietre miliari nel campo dell’autoimmunità.
Il dr. Balestrieri è stato un uomo. Estremamente serio e rigoroso sul lavoro. Sapeva dispensare buon umore. Piacevole e spiritoso. Grande conversatore. Aveva per tutte le situazioni un ricordo, un aneddoto da raccontare, spesso umoristico. Amava stare in compagnia, ne sono testimonianza le cene che spesso improvvisava, a fine giornata, con tutto il gruppo dei giovani collaboratori per continuare a discutere del lavoro, e non solo, in ambiente amichevole e conviviale. E’ stato stimato e amato da pazienti e colleghi. Generoso e disinteressato. Sono molti gli aneddoti che si potrebbero ricordare a questo proposito ma, sono certo, non ne avrebbe piacere.
Vorrei che a concludere questo ricordo fossero le parole del professor Nigel Harris, pioniere dello studio degli anticorpi anti-fosfolipidi, ricercatore e amico del dottor Balestrieri. “Genesio was the ultimate gentleman, an exceptional mind, serious and very focused on the work at hand. None of us can live forever. At some moment each of us must pass on. But what remains is the value one’s life has brought to the world in which one has lived – not only in material contributions, but in whom we have been as human beings. Genesio’s warmth, good humour, inspirational leadership to generations of young people, commitment to family and to the communities he served are legacies that will surely outlive his presence among us”.
(Genesio è stato un autentico gentleman, una mente eccezionale, serio e molto concentrato sul lavoro. Nessuno può vivere per sempre. Ad un certo momento ciascuno di noi viene a mancare. Ma ciò che rimane è il valore che la nostra vita ha portato nel mondo in cui siamo vissuti – non solo in termini di contributi materiali, ma per ciò che siamo stati come esseri umani. Il calore umano di Genesio, il senso dello humour, il ruolo di guida stimolante per generazioni di giovani, la dedizione alla famiglia e alla comunità che ha servito sono eredità che di certo manterranno viva la sua presenza fra noi).
Franco Franceschini