Ciao Renzo,
ti scriviamo questa lettera che tu, materialmente, non potrai più leggere dopo che ci hai improvvisamente lasciato una mattina di giugno, ma, almeno così ci piace pensare, la sua eco ti raggiungerà ovunque tu sia.
Abbiamo condiviso con te per più di vent’anni obiettivi, soddisfazioni grandi e piccole, preoccupazioni, lavorando fianco a fianco nel nostro reparto di ostetricia dove il parto naturale, il più possibile fisiologico, era il nostro scopo. E tu eri una delle colonne portanti, per tutti noi il grande “Mastro”, sempre disponibile quando c’era un turno da coprire, un collega da aiutare: quante situazioni critiche hai risolto!
“Prova a chiedere a Renzo”, “sentiamo Renzo” e immancabilmente tu eri lì, pronto a dare una mano.
Vogliamo ancora ricordare, ce lo concederai, anche se cominci a schermirti, ti conosciamo bene, accanto alla tua professionalità e serietà, la tua ironia.
Memorabili le immancabili battute, o meglio freddure, dette con serietà e distacco come fossi un navigato attore, che regolarmente strappavano una risata e rasserenavano l’ambiente.
Tanti altri sono i ricordi di questi anni che si affollano alla mente ma una lettera è troppo breve per raccoglierli tutti. Purtroppo il primo anno di pandemia ci ha separati con la chiusura del nostro bel reparto, noi dispersi in varie destinazioni, con te che hai scelto, con grande generosità, la tua generosità, di passare gli ultimi mesi prima della pensione a prestare la tua opera nel reparto Covid di Asola.
Così non abbiamo potuto ritrovarci per festeggiarti in occasione di questo nuovo traguardo ripromettendoci di farlo “non appena possibile” ma ciò, purtroppo, non sarà più!
Ecco, caro amico, grande “Mastro”, con una profonda tristezza nel cuore tutti quanti ti abbracciamo, e che questo viaggio ti sia lieve.
Le tue, i tuoi, colleghe/i di Asola