Notiziario dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Brescia – aut. Tribunale di Brescia n. 195/1962

Il gioco delle bocce e l’odio coniugale

Me l’ha mandata il medico di famiglia per una transitoria perdita di coscienza a seguito di un trauma cranico. La paziente ha 71 anni. Racconta in modo preciso l’accaduto, che non ritiene conseguenza del traumatismo, a suo giudizio lieve, quanto dello shock provocato dall’aggressione verbale del marito che invece di soccorrerla, o compatirla, le ha urlato un violento “ti sta bene”.

Odia il marito. Sono sposati da 47 anni. Si è accorta di aver fatto l’“errore della sua vita” già durante il banchetto nunziale. Ma allora era innamorata; le convenzioni sociali le hanno impedito di lasciarlo. Da più di venti anni non ha più rapporti intimi.

I primi anni di matrimonio l’ha costretta ad abitare nella casa dei suoi genitori, dove per due anni ha assistito la suocera ammalata, anche lei odiosa, e convissuto con una cognata, vedova con tre figli.

Non si perdona di aver lasciato la sua -bellissima- per la famiglia di lui, odiosa.

Papà, mamma e sette fratelli, “eravamo poveri, ma nella nostra casa si respirava la felicità”. Il padre è stato un campione di bocce e ha trasmesso la passione a tutti i figli. A lei piace tantissimo giocare. Appena può va sul campo della polisportiva del comune limitrofo. Negli ultimi anni le costa molta fatica per una lesione della cuffia dei rotatori della spalla destra, proprio quella che usa, ma ugualmente tiene duro, non si arrende, anche perché è l’unico modo che ha per allontanarsi qualche ora dal marito, che ovviamente detesta questo gioco.

Hanno avuto due figli, che odiano il padre. Il maschio, quarantenne, lo scorso anno si è separato e per problemi economici ha chiesto ai genitori di ri-ospitarlo con i due bambini. Ha resistito tre mesi e poi ha dovuto cercarsi una sistemazione nuova perché la convivenza era impossibile.

Il marito è veramente odioso, non ha fiducia di nessuno, ipocondriaco, cambia continuamente medici, nessuno è all’altezza, critica tutti, anche per banalità. Da quando è in pensione, la assilla con osservazioni e insopportabili rimbrotti: solo lui sa fare la spesa nel posto più conveniente, solo lui sa mettere nel modo giusto i barattoli e le scatole nell’armadietto della cucina, solo lui sa mettere in ordine gli asciugamani nel bagno, solo lui è in grado di farsi rispettare. Solo lui… Non è mai stato innamorato né attratto sebbene fosse bella; è certa che l’ha sposata solo per vincere una scommessa con un amico.

Ha già acquistato il loculo accanto a quelli dei propri familiari, non nel cimitero dove il marito ha la tomba di famiglia. Se morisse prima di lui, vuole che gli sia comunque disagevole recarsi sulla sua tomba. È certa che sarebbe spregevole anche in quell’eventualità.

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