La parola gentilezza può essere declinata con vari sinonimi, “cortesia, grazia, garbo, buonagrazia, dolcezza……” o più semplicemente “le buone maniere”.
L’essere gentile per i medici, come per tutti, dipende, quindi, dall’educazione, dalla buona educazione. Punto.
Perché allora dedicare tempo alla gentilezza?
Diventa un esercizio retorico?
No, se affrontiamo il tema da un’altra prospettiva: la medicina è una professione gentile? (1).
È nella sua natura, nelle sue origini. Ippocrate diceva “regolerò il tenore della mia vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio”.
È “strumentale “nel senso alto del termine: è lo strumento potente che ci consente di instaurare il rapporto di fiducia che è la base essenziale della cura, anche, e qui diventa indispensabile, quando la malattia ha vinto ed a noi spetta il compito, davvero di valore quasi costitutivo per la nostra professione, di continuare a curare il malato.
La medicina è una pratica che diventa arte nobile non per merito nostro, ma in quanto l’oggetto del nostro lavoro sono la donna e l’uomo sofferenti. Questa nobiltà di cui, senza presunzione, dobbiamo essere orgogliosi, si mantiene non con l’ostentazione, ma con la pratica quotidiana della gentilezza, come sopra intesa (1).
Oggi esistono molti sistemi di orientamento, anche con percorsi dedicati, per indirizzare i nostri giovani verso la scelta della facoltà universitaria. Questa scelta, anche se meditata, rimane spesso aleatoria, imprevedibile. Per la medicina, come per molte altre professioni di servizio, è scegliere di “aiutare gli estranei” (2).
In medicina, come nella vita, la gentilezza comprende: capacità di ascolto, flessibilità, non durezza, adattabilità, insomma la percezione dell’altro (3) anche se estraneo.
La gentilezza si impara dall’esempio di chi la pratica e molti di noi hanno avuto la fortuna di vivere accanto a colleghi che, con umiltà e senza averne piena contezza, sono stati grandi maestri.
Ma questo legame, di così alto valore, fa ancora parte delle nostre relazioni professionali?
Al di là di questa nota di pessimismo, in poche parole, il medico “DEVE” essere gentile e questa è una delle poche certezze che deve orientare la scelta di chi vuol fare il nostro lavoro. Le buone maniere non bastano.
Parlare di gentilezza sa di buonismo, di narcisismo camuffato. “Se questo è egoismo, bene, che lo sia. Nulla può essere meglio di questo egoismo, nulla più generoso” diceva, quasi trecento anni fa, il filosofo Francis Hutcheson.
(1) Che cosa significa gentilezza di Alberto Scanni, già direttore Istituto Tumori Milano, Corriere della Sera 7 luglio 2022
(2) Sulla gentilezza, di A. Phillips B. Taylor, Internazionale 31 maggio 2018
(3) Della gentilezza e del coraggio, di Gianrico Carofiglio, Feltrinelli settembre 2020