Il Decreto Ministeriale 26 gennaio 2023, entrato in vigore il 7 giugno 2023, ha portato ad una riorganizzazione profonda dell’assetto dei Comitati Etici nel nostro Paese, con una significativa riduzione del numero degli stessi, portandoli da 90 (dei quali 22 in Lombardia) a 40. I “nuovi” Comitati Etici sono ora denominati Comitati Etici Territoriali (CET). Il percorso di riordino dei Comitati Etici è in realtà iniziato con il Decreto Ministeriale 1 febbraio 2022 che ha istituito tre Comitati Etici a valenza Nazionale (CEN), identificati come:
a) Comitato etico nazionale per le sperimentazioni cliniche in ambito pediatrico, presso l’AIFA;
b) Comitato etico nazionale per le sperimentazioni cliniche relative a terapie avanzate (Advanced Medicinal Therapeutical Products «ATMP»), presso l’AIFA;
c) Comitato etico nazionale per le sperimentazioni cliniche degli enti pubblici di ricerca e altri enti pubblici a carattere nazionale, presso l’Istituto Superiore di Sanità;
La riorganizzazione che ha portato all’istituzione dei 40 CET, oltre ai 3 CEN, seppur già annunciata dal D.Lgs. 52/2019, si è innestata in un momento di grandi cambiamenti per il mondo della ricerca clinica in generale, e del ruolo dei Comitati Etici in particolare. Negli anni 2022-2023 sono infatti entrati a regime sia il nuovo Regolamento Europeo per le sperimentazioni cliniche con farmaco (CTR 536/2014, su piattaforma europea centralizzata), che i Regolamenti Europei 745 e 746 del 2017, che disciplinano, tra gli altri, le indagini cliniche su dispositivi medici e diagnostici in vitro (sempre centralizzate a livello europeo).
Da sottolineare il fatto che si è assistito ad un importante cambio di paradigma, poiché, mentre in precedenza per poter iniziare uno studio sperimentale multicentrico con farmaco o con dispositivo medico/diagnostico in vitro in un centro clinico era richiesto il parere del Comitato Etico locale, attualmente, per questo genere di studi, le nuove normative vanno nella direzione di un parere valido su tutto il territorio nazionale, emesso da un Comitato Etico indipendente dalle strutture sede dello studio. Ugualmente, è sufficiente il parere del Comitato Etico competente, valido per tutti i centri nei quali sarà svolto lo studio, per quanto riguarda gli studi osservazionali multicentrici farmacologici (Decreto Legge 30 novembre 2021).
Questo è un aspetto molto importante ed innovativo per la ricerca clinica in Italia, perché rende possibile la riduzione dei cosiddetti “tempi morti burocratici”, dovuti alla necessità, appunto, di molteplici autorizzazioni per l’esecuzione di uno studio nel centro clinico scelto. Con l’entrata in vigore delle nuove normative, invece, una volta che il Comitato Etico Coordinatore ha emesso parere favorevole, il centro clinico e lo sperimentatore principale identificato per quel centro può iniziare lo studio, previa autorizzazione della Direzione Generale Aziendale. Ricordo infatti che i Comitati Etici sono organismi consultivi, pertanto emettono un parere, e non danno l’autorizzazione all’esecuzione dello studio.
Il Decreto Ministeriale di riordino dei Comitati Etici lascia tuttavia alcune zone d’ombra, non avendo dato indicazioni sulle competenze relative alla valutazione delle altre tipologie di studio che esulano dalle competenze dei CET o dei CEN (es: osservazionali non farmacologici, interventistici non farmacologici, richieste di uso compassionevole, studi biologici). In questo caso, la scelta resta in capo alle Regioni, che possono decidere se affidare tali competenze agli stessi CET o se mantenere comitati etici accessori, definiti locali. La Regione Lombardia ha deciso di affidare la valutazione di TUTTE le tipologie di studi clinici ai CET identificati dalla Regione stessa.
Nel Decreto, i CET sono stati assegnati sia in base a criteri geografici – almeno un Comitato Etico per ogni Regione, considerando le Province Autonome di Trento e di Bolzano come due unità separate (20 CET complessivi) – mentre i restanti 20 CET sono stati assegnati alle Regioni in base ad un criterio “di merito”, riferito, in linea di massima, al numero totale di Pareri Unici (cioè pareri relativi a studi sperimentali farmacologici espressi in qualità di Comitato Etico Coordinatore) emessi negli anni precedenti dai Comitati Etici già esistenti.
L’ultimo documento disponibile da AIFA (7 agosto 2023) indica che dei 40 CET, solo 33 sono stati nominati dalle Regioni, dei quali un paio ancora non attivi sulla piattaforma europea e/o non ancora registrati sulla piattaforma AIFA, nonostante le direttive del Decreto Ministeriale 26 gennaio 2023 dovessero entrare in vigore entro il 7 giugno 2023.
Alla Regione Lombardia, dove, vorrei sottolineare, viene condotto circa un terzo di tutte le sperimentazioni attive in Italia, sono stati assegnati complessivamente 6 CET (1: criterio geografico, 5: criterio “di merito”), che sono stati identificati dalla Regione stessa in:
- Comitato Etico Territoriale Lombardia 1, con sede presso IRCCS Humanitas
- Comitato Etico Territoriale Lombardia 2, con sede presso IRCCS San Raffaele
- Comitato Etico Territoriale Lombardia 3, con sede presso IRCCS Policlinico di Milano
- Comitato Etico Territoriale Lombardia 4, con sede presso IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori
- Comitato Etico Territoriale Lombardia 5, con sede presso IRCCS Istituto Europeo di Oncologia
- Comitato Etico Territoriale Lombardia 6, con sede presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo (Pavia)
Per quanto riguarda la nostra provincia, le strutture cliniche afferenti a quello che fino al 6 giugno 2023 è stato identificato come Comitato Etico di Brescia, sono state assegnate al Comitato Etico Lombardia 6, al quale afferiscono anche le strutture cliniche dei territori di Bergamo e di Pavia.
La scelta di Regione Lombardia di istituire i CET presso IRCCS (Istituti di Ricovero e cura a Carattere Scientifico), se da un lato rispecchia la mission di ricerca scientifica di questi istituti, dall’altro penalizza le strutture cliniche, anche con un elevato numero di posti letto che, pur avendo una missione primaria di assistenza sanitaria, si sono distinte negli ultimi anni anche nel campo della ricerca scientifica e dell’innovazione, con lo scopo di garantire agli utenti prestazioni di eccellenza e aggiornate.
Nella nostra provincia, tale vocazione si rispecchia nel numero di studi clinici (comprendendo sperimentali ed osservazionali in qualunque ambito) valutati dal Comitato Etico di Brescia, al quale afferivano le seguenti strutture: ASST degli Spedali Civili di Brescia, ASST del Garda, ASST Franciacorta, ASST della Valcamonica, ATS di Brescia, ATS della Montagna (ad eccezione di ASST della Valtellina e dell’Alto Lario), Fondazione Poliambulanza, Istituti Ospedalieri Bresciani – Gruppo San Donato, Centro Clinico NeMo.
A titolo di esempio, nel corso del 2022, grazie anche all’efficienza e competenza delle Segreterie Tecnico-Scientifica e Amministrativa ed alla disponibilità e competenza dei professionisti componenti del Comitato stesso, il Comitato Etico di Brescia ha attivato l’istruttoria e valutato i documenti relativi a 563 studi complessivi. Di questi, 338 studi, dei quali 94 farmacologici (18 in qualità di Comitato Etico coordinatore) sono stati approvati nel 2022, mentre i restanti erano in valutazione come approvati a condizione o rinviati. Questi numeri sono in linea con gli studi valutati nel 2021, mentre nel 2020, con la pandemia, abbiamo emesso complessivamente pareri favorevoli per oltre 600 studi, dei quali circa 150 concentrati da marzo a novembre a tema COVID-19 (oltre a circa 50 pareri per uso “compassionevole”).
Inoltre, il 2023 ha visto diversi cambiamenti nell’organizzazione del Comitato Etico di Brescia: infatti, con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento Europeo sugli studi sperimentali con farmaco, il Promotore dello studio ha la facoltà di scegliere il Comitato Etico coordinatore a livello nazionale al quale presentare i propri studi per valutazione. Da gennaio fino al 6 giugno 2023, il nostro Comitato Etico di Brescia, in collaborazione, come da normativa, con AIFA, su richiesta dei diversi Sponsor, ha valutato 14 studi farmacologici profit, 3 dei quali con una complessità maggiore in quanto studi sia con farmaco che con dispositivo diagnostico in vitro.
Come scritto all’inizio, siamo di fronte ad una profonda riorganizzazione della ricerca clinica, che presenta “luci ed ombre”, con aspetti teorici di grande innovazione che ad oggi tuttavia non sempre sono stati accompagnati da una fase attuativa altrettanto innovativa, rapida e razionale. Forse questo aspetto può essere dovuto anche alla non completa consapevolezza che all’apice della ricerca clinica deve esserci il miglioramento delle cure per i pazienti, con il rispetto dei principi di etica, di metodologia scientifica e di innovazione.