Novanta secondi alla mezzanotte del Doomsday, il giorno dell’apocalisse.
Così il bollettino del Security Board degli scienziati atomici ha sottolineato nel gennaio 2023 il crescente rischio di guerra nucleare. Un rischio nucleare mai visto dai tempi più difficili della guerra fredda secondo il segretario NATO Antonio Gutierrez (agosto 2022) in conseguenza delle tensioni crescenti tra molti stati dotati di armi nucleari.
L’allarme è ripreso (1) dai direttori delle principali riviste mediche del mondo (dal New England Journal of Medicine al British Medical Journal, a The Lancet ed altri).
Nell’appello si ricordano gli esiti catastrofici di una guerra nucleare anche “limitata” sia nelle perdite immediate (fino a 120 milioni di vittime) sia nell’inverno e nella carestia nucleari che seguirebbero.
Una guerra più estesa tra Stati Uniti e Russia potrebbe portare alla fine della nostra civiltà.
Si ribadisce nell’articolo il ruolo della comunità sanitaria nell’evidenziare le conseguenze mediche della guerra nucleare e nel sostenere iniziative che riducano il rischio di un conflitto devastante.
L’organizzazione internazionale dei medici per la prevenzione della guerra nucleare, premio Nobel per la pace del 1985, ha ricoperto un ruolo rilevante ai tempi della guerra fredda nel sensibilizzare politici ed opinione pubblica su entrambi i lati della Cortina di ferro, fermando la corsa agli armamenti.
E’ il momento di un rilancio di questa iniziativa.
Il pericolo è grande e crescente. Gli stati dotati di armi nucleari devono giungere ad un accordo per eliminare i loro arsenali prima che questi eliminino noi.
1. Reducing the risk of nuclear war. The role of health professionals.
Abbasi K, Parveen A, Barbour V et al. N Engl J Med 2023; 389: 1066-1067