Da guaritori ad assassini
Il numero di The Lancet del 18 novembre è dedicato al lavoro della Commissione voluta da Richard Horton, direttore della rivista, sul tema della medicina nazista.
La Commissione, formata da storici della medicina, medici, bioeticisti di diversi Paesi, ha prodotto una ricerca ampia ed aggiornata sui rapporti tra nazismo e medicina dal 1933 alla fine della seconda guerra mondiale.
Al nazismo e alla sua ideologia razzista, antisemita, eugenetica aderì un’alta percentuale dei medici tedeschi che videro con indifferenza o favore l’allontanamento dei colleghi ebrei dalla professione.
Anche medici rispettati e prestigiosi, non solo pochi fanatici alla Josef Mengele, parteciparono in vario modo ai programmi di sterilizzazione forzata e poi di eliminazione eutanasica di centinaia di migliaia di individui considerati geneticamente inferiori e non degni di vivere. Le competenze acquisite nel programma Eutanasia vennero poi trasferite durante la guerra allo sterminio pianificato di ebrei, rom, prigionieri di guerra sovietici in Germania e nei territori occupati dell’Europa orientale. Decine di migliaia di individui, compresi bambini e donne, furono soggetti a ricerche e sperimentazioni mediche forzate, causa di enormi sofferenze, mutilazioni, morte.
Allo stesso tempo i medici ebrei hanno fatto del loro meglio, in condizioni estreme, per fornire assistenza nei ghetti e nei campi di concentramento e di sterminio.
Nel dopoguerra i processi ai medici nazisti hanno consentito (Codice di Norimberga) di ribadire i fondamenti dell’etica medica con il rispetto del valore e dei diritti di ogni essere umano.
Guerre, vittime civili, attacchi agli ospedali ed al personale sanitario, drammi delle migrazioni, crescita dell’antisemitismo sono parte dell’attualità.
La Commissione sulla medicina nazista e l’Olocausto auspica che la conoscenza della storia della medicina del Novecento con i suoi lati oscuri (non solo in Germania) possa entrare nel curriculum di studi allo scopo di fornire consapevolezza dei problemi etici in medicina, in particolare quando le circostanze in cui si opera sono più difficili.