Un uomo fortunato – Storia di un medico di campagna, di John Berger e Jean Mohr: recensione a cura di Gianpaolo Balestrieri
Nel 1966 John Berger, scrittore e Jean Mohr, fotografo, osservarono e documentarono per alcune settimane la vita quotidiana e professionale di un medico di base (John Sassall nel libro, John Eskell nella realtà) in un distretto remoto e depresso del Gloucestershire.
Il Dr Sassal/Eskell lavora da solo senza risparmiarsi. Chiamate a tutte le ore del giorno e della notte. Segue i pazienti dalla nascita (è diplomato in ostetricia) fino alla morte. Dopo i primi anni di attività in cui è soprattutto medico delle emergenze, traumatologiche, chirurgiche, internistiche (che lo riportano agli anni entusiasmanti della guerra nel Dodecaneso), attua una svolta nel suo atteggiamento professionale. Avverte che i pazienti hanno bisogno di essere riconosciuti come persone, nella loro interezza. Diviene curioso delle loro vicende, non solo da un punto di vista strettamente medico. Se ne fa carico. Ogni incontro clinico è un’esperienza nuova, che lo appassiona. L’approccio ai pazienti è rispettoso, attento, non giudicante, non paternalistico, più da fratello maggiore.
Il Dr Sassall è spesso insoddisfatto di sé stesso, vorrebbe fare di più e meglio per i suoi pazienti, teme l’errore. Sente suoi i problemi di una comunità emarginata, povera di opportunità di crescita economica e culturale. Si impegna generosamente nelle iniziative di miglioramento civile e nella soluzione dei problemi personali dei suoi assistiti.
Berger paragona il Dr Sassall ad un personaggio di Conrad, un solitario comandante di vascello per il quale banco di prova virile non è il mare con le bonacce e le tempeste, ma le malattie e le difficoltà esistenziali delle persone.
Il suo impegno, forse troppo coinvolgente, quasi ossessivo, cede talvolta a fasi depressive, anche prolungate.
Il testo, edito solo ora in Italia con una bella introduzione di Vittorio Lingiardi, ha più di cinquant’anni. Immensi sono stati i mutamenti avvenuti nella pratica medica e la figura del medico di famiglia impersonato dal Dr Sassal/Eskell può essere solo un ricordo, talvolta un rimpianto.
Tuttavia i temi (e i problemi) dell’empatia, della curiosità intellettuale, del burn-out, sono quanto mai attuali. “Un uomo fortunato” ce li racconta con vivacità e con una superba galleria di immagini fotografiche dei luoghi, dei pazienti del medico stesso che si integrano con lo scritto.
Alcune parti, nel finale del libro, appaiono un po’ datate e condizionate dalla visione marxista/esistenzialista di Berger.
Tuttavia è condivisibile l’affermazione introduttiva di Iona Heath che “questo è il libro più straordinario scritto sulla medicina generale”.
Un uomo fortunato
Storia di un medico di campagna
John Berger
Jean Mohr
Il Saggiatore, Milano 2022 pag 204 euro 22