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Notiziario dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Brescia – aut. Tribunale di Brescia n. 195/1962

A quando un “vaccino per tutti” nei Paesi a Basso Reddito?

Silvio Caligaris

Responsabile SSD Malattie Infettive ad Indirizzo Tropicale ASST Spedali Civili di Brescia – Vice Presidente Medicus Mundi Italia ONLUS

Che il vaccino diventi vaccinazione ovunque, con un’equa distribuzione per tutti, è l’obiettivo per cui i governi dovrebbero adoperarsi: non solo ispirati da un forte senso di giustizia sociale, ma anche dalla consapevolezza di quanto le vite di ciascuno di noi siano legate l’una all’altra, indipendentemente da razza e genere.

“I vaccini rappresentano un bene comune globale ed è prioritario aumentare la loro produzione garantendone la sicurezza e abbattendo gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali” – queste sono state le parole del premier Draghi a seguito della dichiarazione dell’UE pronta a sostenere la sospensione dei brevetti vaccinali confermata e sostenuta anche dal presidente americano Biden.

Attualmente l’Africa e altri Paesi a basso reddito stanno vivendo la terza ondata Covid, con un drastico incremento dei casi di infezione, con ospedali e centri di salute sovraccarichi ed un aumento del tasso di mortalità. Se prendiamo i dati di luglio 2021 contiamo oltre 6 milioni di casi positivi e oltre 150,000 morti notificate. In oltre 30 paesi africani si è assistito ad un aumento dei casi positivi di quasi il 30% su base settimanale. Molti governi sono stati costretti a ripristinare provvedimenti di lockdown restringendo diverse attività sociali e funzioni riproduttive. Imperversano disoccupazione, violenza, disuguaglianze e insicurezza alimentare.

Tre sono state sostanzialmente le cause della ripresa dell’epidemia: la diffusione della variante Delta, il basso tasso di copertura vaccinale e da ultimo la stanchezza della popolazione ad applicare i provvedimenti di prevenzione individuale (dall’uso corretto della mascherina, al distanziamento sino all’igiene delle mani).

La variante Delta si è imposta come variante dominante in 21 paesi africani, e questi sono solo i paesi dove è stato possibile eseguire i test di sequenziamento. Si tratta della variante più contagiosa, che colpisce anche i più giovani e infatti in oltre il 66% dei casi si è manifesta in soggetti al di sotto dei 45 anni di età. A questa variante si associa la Beta presente in Sud Africa ed in almeno altri 30 paesi africani e la variante Alfa, scoperta in Inghilterra e poi arrivata anche nel continente africano.

Perché parliamo di esitazione a farsi vaccinare quando in Africa non ci sono vaccini?”. È la domanda che si pone Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, che inoltre sostiene: “il problema è la fornitura di vaccini. E abbiamo bisogno di vaccini ora”.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, poco più dell’2% della popolazione africana è stato completamente vaccinato contro il Covid-19 e in Africa è stato somministrato solo l’1,5% dei 2,7 miliardi di dosi distribuite a livello globale.

E le previsioni non sono rosee: nei report si legge che il 90% dei paesi africani mancherà l’obiettivo di vaccinare un decimo della loro popolazione entro la fine del 2021. Tanto che molte ONG in tutto il mondo si sono mobilitate per chiedere la sospensione della proprietà intellettuale dei brevetti dei vaccini per il Covid-19, ancora detenuti dai colossi farmaceutici.

I numeri delle vaccinazioni continuano ad essere troppo bassi, sia per la scarsità di vaccini, ma anche per difficoltà logistiche, di distribuzione e di fiducia da parte della popolazione.

Quanto sta accadendo ora in Africa avrà enormi ripercussioni non solo dal punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale e infatti l’economia dell’Africa sta soffrendo particolarmente l’acuirsi dell’infezione.

Con il programma di vaccinazione COVAX, l’UNICEF si è impegnata per una distribuzione equa dei vaccini. Questo sostegno è stato necessario per i Paesi a reddito basso-medio, che costituiscono quasi la metà della popolazione mondiale, ma hanno ricevuto solo una minima parte dei vaccini disponibili. Questa distribuzione ingiusta danneggia anche i Paesi a reddito elevato: finché il virus continua a circolare, le persone si ammalano e muoiono, e possono manifestarsi mutazioni ancora più pericolose.

Secondo l’OMS-Africa sarebbero 450.000 le dosi di vaccino intanto scadute e distrutte a causa dei ritardi di spedizione, mentre si sta puntando a sviluppare entro un anno dei centri di produzione vaccinale in Senegal e Sud Africa per ridurre la dipendenza dall’estero.

Altro aspetto da considerare è stato quello della geopolitica dei vaccini che se ha visto i paesi del nord del mondo, Europa e Stati Uniti in testa, ma anche Giappone e Corea del sud, scegliere di puntare sui vaccini prodotti da Pfizer, BioNTech e Moderna, diversamente Asia, Africa e Sud America sono tutt’ora terreno di conquista per i vaccini cinesi e per quello russo. C’è una evidente correlazione tra le relazioni geopolitiche e diplomatiche dei diversi Stati come possiamo vedere anche dalla mappa di distribuzione dei vaccini anticovid (Fig.1).

La geopolitica dei vaccini
La geopolitica dei vaccini

La scarsità dei vaccini per i paesi poveri rappresenta comunque il grande problema: finché non ci sarà una protezione per tutti, in qualunque area, anche remota dell’Africa, la possibilità che il virus rimanga in circolazione generando ulteriori varianti è molto concreta. Così come è evidente che nessun virus resta isolato né si ferma ai confini tra paesi.

In tal senso vorrei citare come esempio il Mozambico, un grande Paese dell’Africa sud-orientale, dove l’ONG/ONLUS Medicus Mundi Italia di Brescia, da oltre 50 anni operativa nell’ambito della cooperazione sanitaria internazionale, vede impegnare le proprie risorse per la salute pubblica di questo paese ed in particolare per garantire le coperture vaccinali alla popolazione. 

In Mozambico i casi di COVID registrati ammontano ad un totale di 150.000 ed i morti sono 1.920 (dati ai primi giorni di ottobre). La terza ondata ha colpito con forza il Paese nei mesi più recenti.

È evidente come i dati registrati rispetto ai casi reali di persone infette siano fortemente sottostimati perché non vengono fatte indagini capillari e c’è scarsissima capacità di tracciamento, mancanza di kit diagnostici e materiale di prevenzione. La capacità di offrire assistenza sanitaria ai contagiati ricoverati e ancor più ai casi gravi è del tutto inadeguata (ad oggi in tutto il Mozambico sono disponibili poco più di 30 posti letto in terapia intensiva!!). Inoltre, le misure di distanziamento sociale introdotte nelle diverse ondate hanno avuto ripercussioni fortemente negative sulla continuità delle cure di numerose altre patologie e servizi sanitari (HIV, malaria, malnutrizione, assistenza al parto e neonatale, ricoveri in generale…). Su una popolazione con più di 30 milioni di abitanti, solo il 2,98% è stato completamente vaccinato e il 5,47% ha ricevuto almeno una dose (dati del 13/9/21).

Per queste ragioni Medicus Mundi Italia ha accettato la proposta di Confindustria Brescia e dei sindacati CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con l’Università degli Studi e la Diocesi di Brescia, di prendere parte alla campagna “Un vaccino per tutti”, con il duplice obiettivo di incentivare l’adesione alla campagna vaccinale tra le persone che lavorano nelle aziende di Brescia e Provincia e i loro familiari, e raccogliere fondi destinati all’approvvigionamento di vaccini anti-Covid nei Paesi a risorse limitate.

Nella fattispecie, con i fondi raccolti, Medicus Mundi si impegna a sostenere il programma “UNIVAX”, che il Ministero della Salute del Mozambico ha avviato a marzo 2021, parallelamente al programma globale COVAX, mirato a estendere la campagna vaccinale contro il COVID-19 in Mozambico, in particolare a beneficio della popolazione più vulnerabile.

Per concludere, è soprattutto in questo senso che dovremmo tutti guardare alla condivisione dei vaccini a livello globale, come ad una forma di solidarietà, non solo mossa dall’etica e da un senso di giustizia sociale, ma spinta anche dall’intelligenza concreta che ci deve rendere consapevoli di quanto per salvarsi serva sempre percorrere una strada comune.

Un vaccino per i ricchi

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