La incontro periodicamente, ma ormai senza alcun motivo speciale. Come con molte pazienti intelligenti all’inizio vengono per un problema specifico, frequentemente sollecitate dai familiari, presto si rendono conto che l’incedere degli anni è ineludibile, che esami, accertamenti, prevenzioni possono alimentare la speranza, in modo fittizio, sempre meno, ma non arrestano l’orologio. Spesso raccontano i malanni con pudore, quasi temessero di disturbare. Felici della felicità dei figli, del successo dei nipoti; giudiziosamente distaccate dai fatti del mondo, vivono il quotidiano in surplace.
Nell’ultima visita è venuta per un dolore al collo. Ne soffre da circa vent’anni, c’è dell’altro. La visita è inutilmente accurata, ma le mani del dottore qualcosa sempre fanno (una donna dopo i settant’anni non la tocca più nessuno, raramente i nipoti che diventano sempre più grandi), rivedo le ultime medicine prescritte, ridiscuto di possibili altre combinazioni, le dico della cattiveria dell’umidità e del bel tempo che fra poco sanerà ogni dolore. Insomma, sbrighiamo le consuete formalità d’“ingresso”.
Poi la visita entra nel vivo.
Non è cambiato molto dall’ultima volta che ci siamo incontrati. Ha fatto un viaggio interessante, ma faticoso, giura che sarà l’ultimo, ha l’impressione che i rapporti con la nuora si stiano ammorbidendo, si domanda se valga ancora la pena di abitare in una casa così grande, certo è la casa della “mia” famiglia, ma da quando il marito è morto ora è popolata solo da ricordi e i costi di manutenzione sono un peso psicologico sempre più difficile da sopportare.
E poi, e poi gli abbandoni… “Per una donna, per qualcuna più e per qualcuna meno, ci sono alcuni punti fermi irrinunciabili: la commessa che ti conosce e va nel retro del negozio e a colpo sicuro estrae il tuo indumento, l’estetista che conosce la porosità della tua pelle o quando arriva il momento, sempre più raro, nel quale i peli ti crescono più in fretta, la parrucchiera unica custode del colore perfetto della tinta dei tuoi capelli…quando vanno in pensione ti piombano addosso 10 anni in più. Ti senti più vecchia e pure abbandonata perché di abbandono si tratta. Insomma, questi abbandoni, li includerei nei fattori di rischio della vecchiaia. Io divento sempre più vecchia”.