Abbiamo chiesto a un gruppo di giovani medici di raccontarci motivazioni, problemi e prospettive del loro percorso professionale, rispondendo ad alcune nostre domande.
Vi proponiamo in anteprima una sintesi delle loro risposte, che proporremo on line a cadenza settimanale, suddivise per argomenti tematici. La versione integrale dei contributi sarà pubblicata sulla prossima edizione cartacea di Brescia Medica.
Quali i motivi, le ragioni che ti hanno spinto a scegliere la tua area di interesse/specializzazione? (un interesse specifico presente già quando hai iniziato il corso di laurea? Un interesse nato durate il corso? Una passione specifica per un settore, una branca della medicina? Oppure una casualità, l’opportunità di un momento? O considerazioni economiche, di possibilità di carriera, di migliore organizzazione dei tempi di vita?)
«La scelta di diventare medico di medicina generale è maturata grazie al tirocinio post laurea; prima di quel momento la scelta di una carriera ospedaliera era certa, forse anche perché durante il percorso di studi universitari era l’unica mostrata. L’assoluta impossibilità di annoiarsi, spaziando tra i molteplici rami della medicina è stato l’aspetto decisivo per il cambio di rotta. Un rapporto con il paziente unico, difficilmente replicabile in altri setting e la possibilità di seguire la persona con le proprie patologie nel tempo mi hanno affascinato. La scoperta poi di un territorio estremamente articolato con il coinvolgimento di molteplici figure, alcune anche apparentemente lontane dalla medicina, mi ha mostrato il ruolo sociale del medico di famiglia». (Matteo Bonavita, medico di Medicina Generale)
«Concludere il percorso universitario senza una concreta idea su come proseguire il percorso formativo non è la situazione ideale che ci aspetterebbe al termine degli studi: mi convinsi che il mio mancato decisionismo fosse dovuto all’esperienza dei tirocini all’interno dei reparti universitari e che la soluzione fosse andare all’estero, perché forse in un ambiente nuovo sarei stata più motivata e meno disillusa. Decido comunque di fare il test di specializzazione in Italia, per non perdermi nessuna possibilità, e fu proprio preparando il test che tirai fuori i miei appunti di sei anni di medicina e sfogliando quelle carte vidi che le parti che approfondivo maggiormente erano quelle relative alle patologie oncologiche. Fa un po’ sorridere questa risolutezza che mi portò a mettere Oncologia come prima scelta, considerato che non ne avevo davvero nessuna esperienza, semplicemente sentivo che sarebbe stato il reparto adeguato per le mie competenze e quelli che ritenevo i miei punti di forza e questa fu l’unica considerazione a guidarmi. Nonostante tutto ad oggi penso ancora sia stata un’intuizione fortunata». (Sara Cherri, specialista in Oncologia)
«Ho iniziato il corso di laurea pensandomi interessata alla psichiatria, poi però durante i tirocini degli ultimi tre anni di corso sono stata sempre più affascinata dalla clinica e in particolar modo dalla Medicina Interna, anche grazie ai tutor che ho avuto la fortuna di incontrare: grandi internisti che come direttori d’orchestra sapevano orchestrare il processo clinico diagnostico e terapeutico meglio di tutti gli specialisti, perché in grado di vedere il quadro generale. E infine la passione per la Geriatria, nata anche per necessità di interfacciarmi nella quotidianità con persone anziane a cui sono sempre stata legata in modo molto forte, il fascino per il prendersi cura dei più saggi, radici del nostro presente, ma allo stesso tempo dei più fragili». (Daniela Bettini, specialista in Geriatria)
«Ho deciso di intraprendere la specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali dopo il tirocinio universitario in reparto. Fino ad allora quella branca non aveva riscosso in me particolare interesse, ma in quei pochi giorni ho potuto vedere tantissimi pazienti di ogni età ed estrazione sociale con le patologie più disparate. Da quel momento ho iniziato ad interessarmi alla materia e ho scoperto la vastità di questa specializzazione; anche il tema, complesso e attualissimo, della Salute Globale e dell’equità delle cure è una delle ragioni che mi hanno convinta a prendere questa strada.
Penso che la ragione più profonda che mi ha spinta a scegliere questa specializzazione sia la possibilità di entrare in contatto con le tipologie più disparate di pazienti, di toccare con mano le fragilità sociali e rendersi utili per ridurre le disuguaglianze che, ancora troppo spesso, le persone più emarginate si trovano ad affrontare anche in ambito medico». (Giulia Zambolin, specialista in Malattie Infettive)
«Posso solo parzialmente dire di aver scelto la mia specializzazione; a volte ho l’impressione che sia stata lei a scegliere me. Ritengo che solo pochi colleghi abbiano avuto la fortuna di avere le idee chiare sul proprio futuro sin dai primi anni di università. Credo che la maggior parte, me compreso, abbiano maturato l’idea gradualmente, studiando, provando e sperimentando durante i tirocini. Alcuni addirittura si sono trovati inaspettatamente a frequentare una scuola di specializzazione quasi per caso… scherzi del concorso nazionale!
Considerandomi un uomo pragmatico e dalle buone capacità manuali, desideravo una disciplina chirurgica e la scelta ricadde sull’ortopedia perchè mi dava l’opportunità di avere a che fare con un pubblico “trasversale”, dal bambino all’anziano e dal sedentario allo sportivo. Non nascondo che questa scelta sia stata in parte condizionata dalla consapevolezza che mi avrebbe permesso una discreta facilità di impiego e buone possibilità di carriera». (Federico Bozzi, specialista in Ortopedia)
«Ho iniziato a frequentare il reparto di Geriatria al quarto anno di Università. Per essere sincera tale decisione è nata come alternativa ai reparti di Medicina dell’Ospedale Civile assai densi di medici strutturati, specializzandi, tirocinanti, MMG in formazione.
Mi era stato infatti consigliato questo reparto in quanto realtà piccola e tranquilla dove anche agli studenti veniva dato spazio per imparare ed iniziare a mettersi in gioco.
Da una scelta di comodo… è diventata la scelta della vita! Dopo una settimana mi ero già innamorata della Geriatria e avevo già iniziato ad apprezzare la visione a 360° del paziente anziano in particolar modo del paziente fragile». (Valentina Romano, specialista in Geriatria)
2. continua