Medicine is an ever-changing science.
Il memento che campeggia nella prima pagina dell’Harrison’s Principles of Internal Medicine rispecchia un’evoluzione divenuta tumultuosa negli ultimi decenni.
Evoluzione nelle conoscenze, nella diagnostica, nella terapia. Profondi mutamenti nell’organizzazione sanitaria, nel rapporto dei medici con i pazienti, le istituzioni, l’opinione pubblica.
Cambiamenti non sempre positivi. Messa in discussione della figura del medico, contenzioso legale, sovraccarico burocratico, burn out.
Ci si interroga sul futuro della professione, sulla sua stessa identità.
In questo numero riportiamo le testimonianze di alcuni giovani medici, da poco specializzati ed inseriti nel lavoro, sollecitati dalle domande poste da Angelo Bianchetti.
Al di là delle singole risposte, l’elemento, il fil rouge che mi ha colpito (e confortato potrei aggiungere) è la continuità rispetto ai valori fondanti la nostra professione:
la dimensione umanistica, il rapporto con i pazienti ed i colleghi, l’importanza della mentorship, la domanda formativa.
Naturalmente ogni generazione affronta i problemi nuovi, i contesti mutati del proprio tempo.
Tuttavia l’umiltà nel riconoscere i propri limiti ed i propri errori, la curiosità intellettuale che non va smarrita nel corso degli anni, l’apertura e l’interesse nei confronti dell’altro, chiunque esso sia, sono attitudini che vanno trasmesse ed alimentate.