Seduto dietro la piccola scrivania con le gambe distese guardava l’orologio. Un quarto alle sette. Ancora 45 minuti poi a casa. Per essere un venerdì notte non era stata poi così dura. Certo sentiva già un inizio di cefalea e il desiderio dell’ennesimo caffè era incontenibile.
Bussano e si apre la porta. “C’è un signore di quarant’anni che dice di essere svenuto”, annuncia l’OSS (eravamo in epoca pre triage). Si alzò spostandosi per far posto alla barella ed invece si trovò di fronte un quarantenne in buone condizioni con in parte la moglie con in braccio un bambino assonnato. “Alle sette del sabato di Pasqua viene in PS ed ha un aspetto certamente migliore del mio”. Lo fece stendere sul lettino ed iniziò le solite domande. Cosa era successo, precedenti, anamnesi famigliare per sincope, cardiopatie, morti improvvise…… ”No….No dottore non ho avuto altri episodi simili e non ne ricordo nei miei famigliari. Ero in piedi in bagno e stavo per fare la barba..”. “Si fermi, ha certamente fatto un movimento brusco del collo…”. ”No, dottore, ero lì fermo in piedi e poi mi sono ritrovato per terra, infatti, mi fa male la spalla…qui…”. ”Non riesce a ricostruire quanto è rimasto privo di sensi?”. Intervenne la moglie: “Ho sentito il tonfo e sono corsa, ma era già in piedi, questione davvero di secondi..”.
ECG, Pressione anche in orto, esame obiettivo negativo. “Sincope senza precedenti e non famigliarità, obiettività negativa: dimissibile. Ma….. non mi paga l’occhio… chiamo il cardiologo”.
Le occhiaie tradivano una notte completamente insonne. “Cosa c’è? sono stravolta”. Lui e la cardiologa si conoscevano da anni.
Rapida storia. “Ma è tutto negativo, sta meglio di me e di te, da come la racconti, perché mi hai chiamato”. “Perché non mi paga l’occhio”. ”Ah.. non ti paga l’occhio”. L’espressione era incredula, ma rassegnata. “Beh ormai sono qui, lo vedo”. Dopo dieci minuti, ritorna: “Lo porto in reparto, gli faccio il massaggio sotto monitor”.
“Perché se è tutto normale?”. “Perché non mi paga l’occhio”.
Fine turno. Stava dando le consegne al collega… il telefono. “Sono io, il ragazzo del – non mi paga l’occhio – devi ricoverarlo, gli mettiamo un pacemaker temporaneo e poi farà studio elettrofisiologico. Ciao”.
In macchina pensando alla doccia ed al caffè. La radio: “Stanotte centinaia di donne e bambini..”. Non aveva capito in quale regione dell’Africa si era verificata la strage. E pensare che fino ad un minuto prima era tutto contento per non aver sottovalutato la sincope. Sapeva di aver avuto anche fortuna, ma ora ero solo triste. Si rallegrava per una vita, mentre se ne andavano in una notte centinaia. Per niente.
Stava per addormentarsi. “Ti porto il telefono è tuo padre. Sa che sei tornato dalla notte, ma deve parlarti un minuto”. “Oggi è il Sabato Santo, ricordati di bagnare gli occhi ai bambini, stasera, quando sciolgono le campane perché Lui è risorto”. “Ma papà..”. ”E’ importante perché lui risorge anche per te che forse non ci credi. Intanto fai gli auguri a tutti. Ciao”.
Auguri di una serena Pasqua a tutti