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Notiziario dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Brescia – aut. Tribunale di Brescia n. 195/1962

Una storia olandese

Conosco Colleghi/e che non partono tranquilli per viaggi o vacanze se non portano con se la borsa da medico corredata da una scorta di farmaci atta ad affrontare qualsiasi evenienza. Prudenti e previdenti. Io no. Sarò incosciente (ci metterei però anche una certa dose di scaramanzia), ma di solito non mi porto appresso neppure un’aspirina, favorito in questo dal fatto che finora non ne ho avuto mai bisogno. Purtroppo c’è sempre una prima volta, e la mia prima volta sarà l’oggetto di questo breve racconto.

Siamo (io e mia moglie) in Olanda, ad Amsterdam. Viaggio di piacere ed affettivo, a trovare un figlio che qui lavora da pochi giorni, trasferitosi da Utrecht. Il problema si presenta al secondo giorno di permanenza: mia moglie comincia ad accusare mal di denti. Si gonfia la gengiva. Un ascesso odontogeno.  Problema per certi versi “banale”, se non fosse che compromette la qualità di vita di chi ne è affetto, sia che debba lavorare, sia che debba vivere una vacanza.

Urge antibiotico. Ci rechiamo in farmacia, chiedendo una confezione di compresse di claritromicina da 500 mg (è allergica ai betalattamici). La farmacista ci fa capire chiaramente che senza ricetta medica il farmaco non può essere dispensato. Le mostro la mia carta d’identità (ancora in formato cartaceo) dove alla voce professione sta scritto “medico”. Evidentemente non basta. Non basta neppure mostrare il tesserino d’iscrizione all’ordine dei medici di Brescia, che mia moglie ha sempre nel portafoglio. Con un po’ di faccia tosta tentiamo la sorte in altre due farmacie. Senza successo. A questo punto bisogna procurarsi una ricetta. Mio figlio, trasferitosi da pochi giorni, non ha ancora fatto la scelta del medico, per cui non abbiamo riferimenti diretti.

Cercando in internet scopriamo che esiste una sorta di ambulatorio per turisti, aperto 8-20, su appuntamento, collocato nei pressi del centro. Prendiamo appuntamento, che ci viene dato a distanza di un paio d’ore, e raggiungiamo l’ambulatorio. Ci sono una segretaria ed il medico. L’ambiente è confortevole, pulito, ben attrezzato. Ci viene chiesta la tessera sanitaria europea (quella si l’abbiamo sempre con noi), che ci da diritto alla gratuità della prestazione. La diagnosi non presenta difficoltà, nessuna problema per la ricetta di 14 compresse di claritromicina da 500 mg. Esperienza positiva.

Ci rechiamo subito in farmacia, dove assistiamo ad una procedura curiosa: la farmacista, presa visione della ricetta, estrae da un cassetto una confezione di 14 compresse di claritromicina di una nota casa farmaceutica di farmaci generici e con le forbici taglia il blister compressa per compressa, riponendole in un sacchettino che ci consegna. Curioso, si fa per dire, anche il costo: 59,80 euro, quando in Italia, se si acquista la stessa confezione senza ricetta del SSN, il costo è 8,01 euro. Forse la differenza la fa la mano d’opera per tagliare il blister. Comunque, battute a parte, questo spiega perché ogni tanto capita che in Italia non si trovino alcuni farmaci, che prendono la via dell’estero, dove il costo è più remunerativo per le case farmaceutiche.

Ne approfitto per un breve cenno sull’organizzazione del sistema sanitario olandese, che adotta un modello universalistico, ma allo stesso tempo applica un modello mutualistico basato sulla concorrenza fra soggetti erogatori privati, con un forte ruolo di regolatore da parte dello stato. Il carattere universalistico del sistema finanzia, tramite la fiscalità generale, l’assistenza a lungo termine, l’assistenza domiciliare e residenziale agli anziani non autosufficienti e ai disabili fisici e psichici.

Per quanto riguarda invece l’aspetto mutualistico, ogni cittadino è obbligato ad iscriversi ad una assicurazione privata (il costo medio è di circa 100 euro mensili), che garantisce l’assistenza primaria, l’assistenza ospedaliera, l’assistenza farmaceutica e l’assistenza paramedica. Per accedere all’assistenza specialistica ed ospedaliera (a parte casi di urgenza) è necessaria la prescrizione del medico di base, che è un libero professionista convenzionato con le assicurazioni private, retribuito con una remunerazione di tipo misto: una quota capitaria ed una quota a prestazione, con tariffe prestabilite a livello centrale.

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